NICOLO’ MELIS: “Stare bene e far star bene!”
- Andrea B.

- 9 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min
È il momento di un altro giovane ciclista… e, se buon sangue non mente, si tratterà sicuramente di una pedina importante per il futuro della nostra squadra!
Benvenuto Nico, grazie di dedicarci qualche minuto per permetterci di conoscerti meglio.
Ciao a tutti, grazie a voi!
Raccontaci qualcosa di te, della tua vita.
Studio scienze motorie, ho due passioni, il calcio e la bici. Per quanto riguarda la prima, sto seguendo anche una squadra di ragazzini e, in un modo o nell’altro, cerchiamo di portare avanti tutto!
E quando sei in sella invece?
In sella… beh cerco di liberare la mente, o meglio… di pensare a qualcosa di un po’ più leggero.
Qual è il tuo terreno preferito? Dove riesci a dare il meglio?
Eh… (sorride), c’è sempre da migliorare, credo di cavarmela meglio in salita, si insomma… meglio che in pianura sicuramente!
Come è nata questa passione?
È nato tutto quando ero piccolo, con mio papà, lui già correva in bici e quando ho smesso di giocare a calcio ho deciso di seguire le sue orme.
C’è qualcosa delle tue prime uscite che ti è rimasto particolarmente impresso?
Le prime uscite erano con Papà… ed erano dure, tanto dure! (ride) Facevamo i primi giri, io con la sua vecchia bici, e ricordo che lo accompagnavo un pezzo, magari fino a Lanzo e poi tornavo indietro, mentre lui proseguiva e si inerpicava sulle nostre salite. Pian piano facevo sempre un pezzetto in più ogni volta e, col tempo, siamo riusciti a fare dei bei giri insieme.

Cosa ne pensi del progetto e dei tuoi compagni?
Trovo, senza ombra di dubbio, che il progetto sia molto interessante. Facevo già parte del gruppo l’anno scorso: una squadra di giovani è decisamente più coinvolgente del gruppo eterogeneo al quale ero abituato. Un gruppo giovane vuol dire non allenarsi da solo, aver più cose di cui parlare ed un punto di vista spesso comune.
Come vivi l’OFF SEASON? Come affronti la stagione fredda?
Tendenzialmente d’inverno, da ottobre a gennaio, prediligo l’allenamento in palestra. Poi, terminata la sessione di esami all’università, si comincia seriamente in bicicletta.
Com’è andata la stagione scorsa, sei soddisfatto?
Mah… più no che si direi! L’infortunio al ginocchio non mi ha permesso di allenarmi come avrei voluto. Gli impegni per l’università mi hanno costretto a riorganizzare l’intera stagione, prima era molto più semplice, quando andavo a scuola nel WE non c’erano altri impegni. Ora, nel periodo degli esami sono consapevole che la bicicletta devo accantonarla un po’. Se dovessi riassumere la stagione scorsa, preferirei fermarmi ai primi mesi: fino a giugno mi sono divertito poi… è stata tutto più complicato.
Il tuo primo obiettivo per la stagione che verrà?
Quest’anno cercherò di migliorare soprattutto sotto l’aspetto tattico. Ripensando alle gare in cui era presente anche mio padre mi sono reso conto che spesso ho sprecato “cartucce” che avrei potuto tenere in canna per essere usate poi al momento giusto. Sfruttare meglio il gruppo ecco.
Cominciamo a fare questo primo passo poi il resto verrà da sé. Se poi dovesse arrivare anche qualche bel piazzamento… lo prendiamo volentieri (ride).
C’è qualcosa che ti contraddistingue? Cosa dicono di te i tuoi amici più stretti?
Non sono mai stato un tipo che si fa i complimenti da solo, di solito lascio la parola agli altri. Cerco di essere sempre “l’uomo gruppo”, mettere di buon umore chi mi sta intorno, stare bene e far stare bene… perché la competizione è bella, ma l’agonismo all’interno di un gruppo solido è molto più bello!
Non è da tutti poter condividere la propria passione con una persona così vicina come il proprio padre. Come vivi questa situazione? Ti senti fortunato?
Assolutamente sì! Con papà a casa si va avanti a pane e bici… si parla di bici, di bici e di bici… magari si svia qualche volta parlando di politica, ma niente di particolarmente serio. È un rapporto un po' così. Spesso ci troviamo di fronte a pareri completamente contrastanti ma cerchiamo di trovare sempre un compromesso. È bello, perché anche quando non c’è nessun altro, alla mia domanda “Pa’, domani andiamo in bici?” la risposta è sempre pronta: “Si andiamo!” Poi una volta in sella possiamo parlare di tutto, posso crescere grazie ai suoi insegnamenti, alle sue malizie e quando sbaglio… scatta la cazziata (ride). È una figata!
Bene! Grazie Nico, che il 2020 sia pieno di soddisfazioni, per te e per il Garda Scott Matergia!
Grazie a voi per il vostro tempo!
Diego Caveglia






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