GARDA SCOTT MATERGIA: “Due passi avanti, non uno indietro!”
- Andrea B.

- 14 dic 2019
- Tempo di lettura: 5 min
Dovete sapere che nella nostra squadra c’è un discreto numero di persone che si svegliano presto. Mi spiego meglio.
Come sapete, essendo un team amatoriale, siamo tutti costretti a lavorare per far quadrare i conti alla fine del mese.
Capita quindi molto spesso che nei vari tragitti casa-lavoro ci confrontiamo in lunghe telefonate, scambiando pensieri, idee e riflessioni di vario genere.
Ed è proprio in una di queste telefonate al sorgere del sole che ci siamo accorti di aver dimenticato qualcosa. Eppure era qualcosa di maledettamente importante!
Avete presente la sensazione di quando partite per le vacanze e scorrete con la mente la classica check-list delle cose da fare? Gas chiuso, luci spente, umido buttato, antifurto inserito, soldi prelevati ecc…
Ecco, anche noi abbiamo ripercorso tutta la nostra brava lista delle cose da fare per il lancio del nuovo Team. Ed ecco la nota dolente: travolti dall’entusiasmo e dalla voglia di “strafare” ci siamo dimenticati l’incipit! Perché in realtà, abbiamo dato per scontato che tutti voi sapeste perché è nata la Garda Scott Matergia. Ma giustamente non tutti possono sapere come sono andate le cose.
E allora abbiamo pensato di correre ai ripari e, semplicemente, raccontarvelo!
Lo faremo attraverso questo breve articolo che vogliamo abbia per voi l’aria della chiacchierata davanti a una birra. Eliminiamo le barriere della professionalità distaccata!
Piuttosto, prendete una birra anche voi, sedetevi al nostro tavolo e ascoltate una storia di biciclette, passioni travolgenti e amicizia.
Lo spunto giusto ce lo dà ancora una volta il nostro Pres (Matteo Bordignon, ndr) che in una delle telefonate di cui sopra ha centrato il punto con una facilità disarmante: “Vecchio, con questo progetto facciamo tutti due passi avanti, non uno indietro”.
Ecco voglio partire da qui perché questo è proprio il fulcro del discorso.
Dovete sapere che praticamente in contemporanea nel 2017 nacquero due realtà distinte: il Team Garda Lake a Desenzano ed il team Tredici Scott Matergia a Torino.
Curioso il fatto che le due realtà abbiano una storia praticamente identica.
In entrambi i casi, infatti, lo zoccolo duro arrivava da esperienze non proprio felici presso altre squadre amatoriali.
Le cose, è risaputo, non sempre vanno come si spera!
Quindi, in un contesto praticamente identico, due gruppi di Amici hanno avuto la stessa pensata: “Raga, la squadra facciamocela noi”.
Fate però attenzione alla parola sopra in corsivo. Amici. Questa è la parola chiave, scritta di proposito con la A maiuscola.
Perché di questo si tratta. Due gruppi di amici con una passione in comune: la bicicletta.

E poco importa se nel gruppo c’è chi è stato capace di vincere le più importanti Granfondo a livello nazionale, chi tutte le domeniche lotta per portare a casa la vittoria nelle corse a circuito, chi nel weekend si fa quattro o cinque ore in sella per guardare il paesaggio o chi la bici la prende per fare trenta chilometri, mangiarsi un gelato e scattare qualche bella foto.
Con queste comuni premesse, senza saperlo, i due gruppi stavano gettando le basi per quello che sarebbe poi diventato il Team Garda Scott Matergia.
Il primo inconsapevole incontro risale a gennaio 2018, in occasione del solito ritiro in Liguria. Durante qualche giorno trascorso insieme per merito di un comune amico, i ragazzi “del Tredici” hanno conosciuto Matteo Bordignon (il futuro Pres, ndr) e lì è scoccata la scintilla. Galeotta fu la Liguria si dice in questi casi, giusto?
Da quel giorno le nostre strade hanno iniziato ad incrociarsi sempre più spesso, tra weekend al lago, pedalate in altura, gare insieme o semplici serate in amicizia.
Perché si andava d’accordo. Pur essendo così diversi e lontani geograficamente, andavamo d’accordo. Su tutto. Ma per davvero! Nel frattempo sono letteralmente volate via due stagioni, senza però mai perdersi di vista.
Ed eccoci arrivati ai primi di agosto 2019, quando alcuni “dei Tredici” prenotano una settimana in Trentino per assaggiare le mitologiche salite della Maratona delle Dolomiti.
Chiaramente parte la telefonata “al Bordy” per organizzare qualche giorno di pedalate insieme.
Ed è proprio al termine di una giornata entusiasmante sulle strade del Trentino, che ci ritroviamo intorno ad un tavolo, solita birra in mano (meritatissima, potete credermi), a fantasticare e a dirci quanto sarebbe bello se fossimo stati tutti compagni. Tutti con la stessa maglia. Un unico gruppo.
Detto fatto.
Prima vi parlavo di passioni travolgenti, no? Così è stato.
Il gruppo si è compattato in “un amen”, tutti a tirare dalla stessa parte e a portare il proprio pezzetto di esperienze e competenze.
E nel giro di un paio di mesi scarsi siamo partiti: nuove divise, nuovo sito, nuovi social ma soprattutto tanta voglia di stare insieme e condividere la nostra passione.
Bene, ora sapete come sono andate le cose. Non mi dilungherò oltre.
Concedetemi però un’ultima riflessione prendendo in prestito un’espressione utilizzata dai tifosi della squadra di calcio del Barcellona che secondo me calza davvero a pennello: “FC Barcelona, más que un club”.
Il messaggio che passa è semplice e allo stesso tempo potentissimo: gruppo, valori, cultura condivisa, spirito di appartenenza.
Ecco, proprio questo è il nostro concetto. Noi siamo più di una squadra di ciclismo. Siamo una famiglia.
Concludo riportando due commenti che vi daranno realmente modo di comprendere a fondo il nostro credo.
Il primo è del nostro Presidente, vera e propria anima del progetto, che meglio di tutti può spiegarvi chi siamo:
“Sono sempre stato abituato, nello sport e nella vita, a concentrarmi sul raggiungimento dei miei obiettivi con il massimo dell’impegno e della dedizione. Non conosco la parola sacrificio, bensì la parola passione, credendo sempre fortemente in tutto quello che faccio.
Però mi sono accorto che questo mio modo di pensare, di intendere la vita non basta.
Perché la parola SQUADRA ha un significato più profondo, più importante: creare un valore, essere parte di qualcosa di più grande, insieme ad altre persone.
Ho fondato il gruppo del Garda riunendo i miei amici più stretti, che hanno creduto prima in me e poi nel progetto. Perché inizialmente c’era solo un’idea, un sogno e poco altro. Siamo partiti in tre e lungo il percorso ho capito che la SQUADRA aveva BISOGNO di persone che ci credessero e che ci mettessero passione.
Frequentando gli amici di Torino ho capito che ognuno di loro aveva tanto da dare in termini di competenza personale, ma soprattutto era il loro gruppo che aveva un grandissimo potenziale.
Un gruppo solido, unito, che poteva essere un esempio e portare ancora maggior valore al progetto.
Quando ho immaginato la fusione, ho pensato che quelle persone, che quel gruppo di amici, avrebbe fatto la differenza in positivo. Non mi sbagliavo!”.
Il secondo commento è di Diego Caveglia, un Amico prima (ecco di nuovo la parolina magica) e un compagno poi, una delle colonne portanti del gruppo di Torino:
“Quando due anni fa ci siamo trovati “a piedi”, come si dice in gergo, non è servito molto per capire quale sarebbe stata la strada giusta da percorrere, è bastato guardarci in faccia per capire che ogni cosa era già scritta. Bastava formalizzare tutto quanto con le scartoffie del caso, partendo dalla testa. Al cuore e alle gambe ci avremmo pensato in seguito. Una volta avviato il progetto però, nessuno pensava che avrebbe avuto tanto successo, nessuno pensava che, quei Tredici, sarebbero cresciuti così tanto. Quest’idea della fusione con gli AMICI del Garda è stata geniale e spontanea allo stesso tempo e tutti noi siamo entusiasti di farne parte. Nuovo progetto, nuovi compagni, nuovi obiettivi, le diverse ambizioni di ognuno di noi, fanno diventare questa realtà sempre più appassionante, perché qui non si tratta soltanto di ciclismo, si tratta della storia di un gruppo di ragazzi che, vicini e lontani, cavalcano i propri sogni all’interno di un’unica grande FAMIGLIA. Ecco, questo è GARDA SCOTT MATERGIA”.
Non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima chiacchierata.
Buone pedalate
Giancarlo Albiero






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