ENRICO PERINO: “Quando allaccio il casco dò sempre il massimo!”
- Andrea B.

- 29 gen 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Ciao a tutti… ebbene sì, è di nuovo mercoledì, e noi siamo ancora una volta qui a raccontarvi la storia di uno di noi. Questa è la volta di Enrico Perino, un'altra pedina fondamentale del direttivo Torino… una persona stupenda, un Amico per me e per tutti quelli che lo conoscono bene. Non vi nascondo che sono contento di essere stato io ad “averlo messo sotto torchio” per questa intervista, perché per me è come un fratello, e si sa… di fronte “alle telecamere” un volto amico ci mette sempre a nostro agio. Ma veniamo al dunque e sentiamo cosa ha da raccontarci.
Benvenuto Enrico, grazie di dedicarci qualche minuto per permetterci di conoscerti meglio.
Ciao ragazzi, grazie a voi per l’opportunità, spero che sia una bella intervista!
Spero di non deluderti!
Bene cominciamo! Intanto d’ora in poi ti chiamerò Perro… come tutti ti conosciamo, in tanti anni credo di aver sentito solo mamma Giusi chiamarti Enrico! Raccontaci del Perro non ciclista…
Allora… il Perro non ciclista è un ragazzo semplice come tutti voi, faccio l’elettricista da 12 anni e dall’anno scorso ho deciso di mettermi in proprio e ora… vedremo come andrà! Per adesso non ho legami… niente moglie e niente figli.
E del Perro ciclista invece cosa ci dici? Come lo definiresti? Cosa gli riesce meglio?
Sicuramente la salita non è proprio il mio forte (ride), anche perché faccio sempre una fatica immensa come penso molti di voi… penso (ride), mi trovo invece molto meglio su pianura e falsi piani non troppo duri.
Come è nata la tua passione per la bicicletta?
La prima bicicletta mi è stata regalata da mio nonno quando avevo 7/8 anni, l’ho usata per un paio d’anni… così, per svago, senza mai darci molto peso. Fino a 6 anni fa, quando ho iniziato con dei ragazzi del gruppo ad andare in bicicletta più seriamente, e da qui è nata una bella passione che porto avanti cercando di fare sempre del mio meglio.
C’è qualcosa del tuo primo anno che ti è rimasto particolarmente impresso nella memoria?
Mi ricordo che un giorno parlando con Gian mi disse: “perché non provi anche tu a venire con noi in bicicletta, abbiamo iniziato da poco e secondo me potrebbe piacerti”. Io gli risposi che si poteva fare… che avrei provato anche io. Come molti di noi prima di me, anche io ho iniziato sulla Columbus… un pelo datata (sorride), ci ho fatto le prime uscite e le prime salite, divertendomi con gli amici sì… ma facendo una fatica fottuta (ride). Ed è a quel punto mi sono comprato la mia prima bicicletta, la mia Pinarello, che ancora oggi, dopo averne cambiata qualcuna, porto sempre nel cuore.
Tu sei uno dei componenti storici del Team, cosa ti ha spinto a voler far parte di questo progetto?
Beh sicuramente ha pesato molto il rapporto quasi fraterno con alcuni dei miei compagni, con cui mi sono sentito a casa anche nei primi giri in bicicletta, poi conoscendo i ragazzi del Garda abbiamo deciso insieme di fondare questa nuova società, che sicuramente sarà una BELLA COSA!

Cosa ne pensi del gruppo che si è formato? Dei tuoi compagni?
Iniziando dai ragazzi del Garda, anche se ho avuto il piacere di conoscerli soltanto in un paio di occasioni, tra cui il recente ritiro in Liguria, posso dire che sono tutti ragazzi simpatici con cui mi sono subito trovato bene. Sono delle belle persone, e soprattutto che condividono il nostro modo di vivere questa passione, ed è questo quello che ci unirà nel migliore dei modi. Per quando riguarda gli altri… beh sono amici di vecchia data.
Quali sono le tue condizioni ideali?
Quando ho la testa libera riesco ad “affrontare la bicicletta” nel modo migliore e poi… se c’è un po’ di vento buono… è sempre un bell’aiuto (ride). Ma in ogni circostanza, quando mi allaccio il casco cerco sempre di dare il massimo!
Come prepari la stagione? Cosa fai quando non corri?
Beh il mio lavoro ultimamente non mi lascia molto spazio, quindi quando non corro cerco di allenarmi uscendo in bicicletta con i miei compagni, cercando di non togliere il tempo da dedicare agli amici che considero la mia seconda famiglia.
Un pregio e un difetto giù dalla bicicletta.
Sono un ragazzo testardo, a volte ho la testa proprio dura! Penso che possa essere un pregio e un difetto, da un lato perché per imparare una cosa spesso devo sbatterci la testa contro, ma allo stesso tempo se mi pongo un obiettivo devo portarlo a termine, “a costo di rimetterci”. Sono fatto così… e mi piace essere fatto così (sorride).
Com’è andata la stagione scorsa, sei soddisfatto?
Ni… nel senso che non ho pedalato molto, è stato un periodo pieno di novità, e un po’ per via del lavoro, un po’ per i tanti pensieri non ho avuto molta voglia di salire in sella, son sincero! Sperò quest’anno di riuscire a fare meglio.
Il tuo primo obiettivo per la stagione che verrà?
Sicuramente cercare di allenarmi un po’ di più, di avere più continuità! Per quanto riguarda le gare… qualche Granfondo in più non mi dispiacerebbe, e poi vedremo in queste “famose gare a circuito” (ride) di dare una bella mano alla squadra!
Qual è il tuo record personale da battere nel 2020?
Nel mio 2020… vorrei abbassare un po’ questi tempi in salita che continuo a vedere troppo alti (non ride più) (scherzo) soprattutto sulle mie preferite… Chiaves e Forno A.G! Punterò su quelle per dare il mio massimo.
Di te in squadra si dicono un sacco di cose, ma quella che spicca sulle altre è che sei il più duro! Dove non arrivi con le gambe ci arrivi con il cuore, e giù dalla bici pieghi chiunque… cosa ne pensi?
Nooooo non piego nessuno, ma mi fa molto piacere! La vita mi ha spesso messo di fronte a tante sfide, ma fino ad ora, perdonami l’eufemismo, sono sempre caduto in piedi!
Una frase che hai fatto tua? Dicci qualcosa che ci aiuti a comprendere il tuo modo di intendere lo sport e la vita.
Non ho una frase fatta per riassumere il mio pensiero, ma di una cosa sono sicuro: se ci metti impegno nel fare una cosa, se dai il massimo come faccio io… questa non può venire male, e non potrai avere rimpianti.
Ancora una cosa vogliamo sapere di te… abbiamo sentito una campana… ora dobbiamo sentire l’altra! Questa sana “rivalità interna” con Spissu (Alessio Nocita, ndr). Ce la vuoi raccontare?
(ride) Con il mio Amico Spissu, come diceva lui nell’intervista di qualche tempo fa, ci siamo trovati per caso una volta a parlare di bicicletta.
P: “Ah tu vai in bici? Ma dai anche io! Facciamo un giro insieme una volta!” A: “Ma si dai facciamoci questa pedalata” P: “Va bene Ale, passa a casa mia alle 9 e ci facciamo un giro!”. Qui… lui dice che sono subito voluto andare a Forno A.G, ma io, da signore (ride), ho chiesto “Ale, dove vuoi andare?” e lui mi rispose “Ma si dai andiamo a Forno!” P: “Ma… Ale sei sicuro?” A: “Si sì, sicuro!” … e da qui la storia la sapete già, forse non era la sua giornata migliore ma sta di fatto che io sono arrivato per primo! Nonostante questo però con Ale è sempre una questione di stima e rispetto!
Bene! Grazie Perro, aspettando di vedere il nuovo tempo su Chiaves, ti facciamo un grosso in bocca al lupo per la tua prossima stagione!
Crepi il lupo! Un grazie a voi per il vostro tempo!
Diego Caveglia






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