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DARIO MONTANARI: “Il mio forte? Avere sempre ragione”

  • Immagine del redattore: Andrea B.
    Andrea B.
  • 18 dic 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 19 dic 2019

Oggi, per non spezzare la “coppia che scoppia”, intervistiamo il Monta, visto che due settimane fa abbiamo sentito le parole della sua dolce metà.


Ciao Dario, benvenuto e grazie per il tuo tempo (lo intervistiamo mentre fa stretching…)

Ciao a tutti e grazie a voi.


Parlaci di te: di cosa ti occupi nella vita di tutti i giorni? Sei sposato, hai figli?

Ho 38 anni (sono il giovane della coppia), lavoro in un’azienda che si occupa di illuminazione e sicurezza stradale a LED. Sono sposato con Francy da 12 lunghi anni e non abbiamo figli, abbiamo però un cane che amiamo molto.


Come ti sei avvicinato alla bici e come sei entrato a far parte del “team”?

Per me l’approccio alla bici è stato la conseguenza di un grave infortunio.

Breve storia triste: mi sono rotto una vertebra facendo il portiere e ho dovuto rinunciare per sempre a giocare a Calcio. Fine.


Purtroppo dopo questo brutto incidente le mie opzioni erano 2: darmi al nuoto oppure iniziare a pedalare e, come si può intuire ho scelto di non passare le mie giornate chiuso in una piscina, ma di salire in sella e stare all’aria aperta, che è per me un aspetto fondamentale dello sport. La differenza l’ha fatta il primo gruppo di “ciclononni” con il quale ho iniziato ad uscire, che mi ha tirato il collo tante di quelle volte che mi ha insegnato, come si suol dire a stare al mondo. Da lì la passione è aumentata ogni giorno di più e passando da una squadra all’altra ho conosciuto persone che poi si sono rivelati amici preziosi e con i quali un bel giorno ho deciso di fondare questa squadra (o meglio quello che era l’origine di questa squadra). All’inizio eravamo 5 amici senza né arte né parte, ma entusiasti di pedalare e ancor più di farlo insieme; piano piano le cose hanno preso una piega un po’ più seria e si sono evolute portandoci a dove siamo oggi: un team ben strutturato e con delle basi umane e sportive solide.


Che ambiente hai trovato e come sono i tuoi compagni?

In realtà, più che trovato, lo abbiamo creato noi fondando la squadra. Si può definire un ambiente goliardico senza gente che si prende troppo sul serio con una visione della bici “leggera” ma non superficiale, sappiamo di essere semplici amatori e come tali la viviamo: non ci stressiamo per ottenere risultati inarrivabili, ci poniamo obiettivi alla nostra portata e se li centriamo, ben venga, altrimenti possiamo sopravvivere alla delusione, siamo sufficientemente forti. Siamo tutti ragazzi senza ambizioni da professionisti, con i piedi ben piantati per terra, ma che si divertono in bici e che amano questo sport, soprattutto quando lo praticano tutti insieme.


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Che ciclista sei? Quali sono le tue caratteristiche?

Mi definisco un ciclista “allroad”, sono mediocre in tutti i campi (sorridendo con un’espressione autoironica), non c’è un campo in cui eccello. Le mie caratteristiche sono di passista scalatore, né passista puro né scalatore puro, sono una via di mezzo in tutto.


Dove ti senti più forte e dove pensi di dover migliorare?

Mi sento più forte su salite lunghe e regolari, se non ci sono grossi cambi di ritmo riesco a fare un passo tutto mio che a volte risulta anche decisivo per fare la differenza sulla lunga distanza. Da migliorare sicuramente in discesa perché mi rendo conto che tante volte perdo il gruppetto che conta perché in discesa non ho grandi capacità tecniche.


Due pregi e due difetti giù dalla bicicletta.

I pregi: se mi pongo un obiettivo sono caparbio e faccio di tutto per raggiungerlo e sono abbastanza ordinato.

Difetti: sono molto puntiglioso e questo mi porta ad essere un rompipalle e poco paziente.


Di te in squadra si dice che sei un “un gran rompicoglioni” ma che alla fine hai sempre ragione…cosa ne pensi?

E’ la verità! La maggior parte delle volte mi morderei la lingua, ma è più forte di me e devo dire la mia a tutti i costi. Per quanto riguarda il fatto di avere sempre ragione dipende a chi lo chiedi…Se chiedi a mia moglie NO.


Cosa fai nella stagione in cui non ci sono gare e come ti prepari in inverno?

Faccio un po’ di tutto, vado a correre in montagna, ciaspolo, corro anche in pianura, faccio di tutto per trascorrere più tempo possibile con il mio cane sulla neve e non, dedicandogli più tempo visto che poi con la bella stagione esco in bici e lui rimane a casa. Durante la settimana per 2 giorni faccio palestra che uso come preparazione invernale. Gli esercizi che faccio sono pesistica, corpo libero e stretching, mentre nel weekend, tempo permettendo esco e faccio ore e dislivello in bici.


Com’è andata la stagione scorsa, sei soddisfatto?

Sì posso ritenermi soddisfatto, soprattutto considerando una stagione un po’ sfortunata a causa di intervento al gomito e di una brutta bronchite arrivata in un momento in cui stavo facendo bene e volevo avere il massimo dei risultai. Comunque nel complesso sono contento.


Cosa ti aspetti dalla stagione che verrà?

Vorrei riuscire a fare una o qualche gara fatta come gara vera ma in un gruppo di persone della squadra che hanno più o meno lo stesso passo, non da solo come si fa di solito, ma come una vera e propria squadra, che lavora insieme. Avere un obiettivo comune.


Qual è il tuo motto? Dicci qualcosa che ci aiuti a comprendere il tuo modo di intendere lo sport e la vita.

Ciò che non giova all’ape non giova nemmeno all’alveare, che interpreto come: se una cosa non va bene per te non va bene nemmeno per la tua squadra e la tua famiglia.


Ciao Monta, grazie e in bocca al lupo per la prossima stagione!

Crepi ehm…Viva!


Francesca Saottini

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