BERTOLONE MARCO: “Cambiare per crescere e migliorarsi!”
- Andrea B.

- 4 mar 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Partiamo dalle basi: Marco per tutti noi è Berto. Quindi, d’ora in avanti, lo chiamerò così!
Dopo qualche settimana torno a scrivere un’intervista per la nostra rubrica e non potrebbe esserci persona migliore per ricominciare di Berto. Con lui ne abbiamo passate tante: siamo stati compagni di scuola, compagni di squadra inseguendo un pallone e ora difendiamo gli stessi colori in sella ad una bici.
Ricordo ancora quando da ragazzini ci allenavamo a calciare i rigori in casa sua. La nostra porta era il termosifone sotto la finestra del salotto e il portiere era sempre il fratellino di Berto, più piccolo di 5 anni, puntualmente obbligato all’ingrato ruolo. Ricordo ancora meglio quella pallina di gomma che andò a piantarsi nel quadro vicino alla finestra. Vetri dappertutto. Onestamente, dopo quell’episodio, non credo ci siano stato altre sfide a rigori in casa di Berto!
Compagni dicevo prima. Ma soprattutto amici, per davvero.
Bene, ora che avete un’idea del contesto, possiamo iniziare.
Ciao Berto, benvenuto e grazie per il tuo tempo!
Ciao Gian e grazie per l’opportunità!
Raccontaci qualcosa di te. Chi è Berto nella vita di tutti i giorni?
Allora, da dove posso iniziare? Ho quasi 32 anni e sono impiegato bancario in Intesa San Paolo. Non sono sposato ma convivo da circa un anno e mezzo con Nausica, la mia compagna. Per il momento non abbiamo figli.
Quali sono i tuoi trascorsi, come ti sei avvicinato alla bici?
Eh questa è una bella domanda. E la risposta è sicuramente diversa da quella dei ragazzi che mi hanno preceduto nelle altre interviste. In realtà non ho mai avuto una vera e propria passione per la bicicletta. Da quando ho 6 anni, infatti, ho sempre giocato a calcio. E ho sempre ritenuto il calcio il mio unico sport. In bici ho iniziato ad andarci con gli amici nel 2012, ma più come passatempo. Diciamo che lo consideravo un “secondo sport” da praticare più che altro in estate, quando la stagione calcistica era ferma, senza investirci più di tanto. Poi tre anni fa ho smesso di correre dietro ad un pallone e ho iniziato “a fare il ciclista per davvero”. E lì ho capito subito che questo era uno sport che poteva darmi tanto, soprattutto a livello di soddisfazioni personali. Così mi ci sono messo d’impegno! Sicuramente il fatto di condividere questa passione con gli amici di una vita rende tutto più coinvolgente.
A proposito dei tuoi compagni. Parlaci della Squadra, raccontaci la vostra routine, tra allenamenti e gare.
Come dicevo prima, essendo anche amici giù dalla bici, la nostra routine è piuttosto consolidata. In settimana ci si vede sempre per un allenamento indoor e il venerdì per una birra tutti insieme all’ora dell’aperitivo.
Poi, quando arriva il weekend, di solito al sabato facciamo “distanza” e la domenica (compatibilmente con gli impegni privati) facciamo un po’ di “qualità”. Nell’ultimo periodo, infatti, con l’avvicinarsi delle gare stiamo cercando di alzare un po’ i giri del motore!
Che ciclista sei? Quali sono le tue caratteristiche?
(Ride) Diciamo che quando sono in forma, e capita di rado, penso di essere un discreto passista. In salita tengo abbastanza, a patto che si parli di pendenze accettabili e di salite non troppo lunghe. Complice il mio peso non sempre perfetto, infatti, devo sicuramente migliorare sulla salita vera, quella con pendenze a doppia cifra per intenderci. Lì pago dazio agli scalatori puri ma, ad essere onesto, non credo proprio di esserci portato. Per il resto, sono un discreto discesista e sul vallonato me la cavo dai.

Due pregi e due difetti giù dalla bicicletta.
Ok, pregi sono sicuramente una persona razionale e credo che questo lato mi sia riconosciuto da chi mi conosce bene. E poi sono una persona riflessiva. Difficilmente mi faccio prendere dal panico e non faccio mai le cose senza pensarci.
Per quanto riguarda i difetti, sono sicuramente troppo buono. Me lo dicono spesso e ne sono fermamente convinto anch’io, ma purtroppo è la mia natura e non riesco a non esserlo.
Un altro difetto boh… non saprei. E quindi non hai altri difetti, che te ne frega! E sì, infatti non ho tanti difetti! (qui rido io, ndr).
In squadra ti sei guadagnato il soprannome di “Cavallo Pazzo” ma non sei appassionato di storia del Far West, quindi non credo che sia in onore del famoso capo dei Sioux Oglala.
Ci spieghi quindi da dove nasce?
(Ride) Allora, voci in squadra dicono che non sono capace di gestirmi (rido di nuovo io, ndr). E’ capitato alcune volte che, anche con poco allenamento, mi esibissi in grandi “sparate”, arrivando ben presto alla fine del serbatoio, incappando i crisi mistiche. Mi viene in mente la prima gara dell’anno scorso, a Busano. Forse, a voler essere generosi, avevo alle spalle 5/6 allenamenti. Beh, pronti via e contro qualsiasi logica ero davanti “a menare pancia a terra” e in un attimo tutto il gruppo era allungato… Io qui direi tutto il gruppo era in fila indiana per restare in tema! E sì, esattamente! E poi, com’è finita? Eh… è finita che sono finite le gambe e mi sono ritirato al 3° dei sei giri previsti (ride). Quindi direi che il soprannome calza a pennello! Sì, il soprannome ci sta! Ma che numero!!
Com’è andata la stagione scorsa, sei soddisfatto?
E’ stata una stagione travagliata. E’ partita male perché ho avuto un problema alla schiena che non mi ha permesso di allenarmi da novembre a gennaio. Poi, purtroppo, una serie di problemi personali mi ha portato con la testa da un’altra parte, quindi ho sempre rincorso una forma che non è mai arrivata. Per fortuna la stagione è finita e ho potuto “resettare” corpo e mente, impostando la mia preparazione nel migliore dei modi. Fortunatamente anche la schiena funziona, quindi direi che sono in rampa di lancio per una grande stagione! O almeno spero!
Mi hai anticipato! Infatti volevo proprio parlare dell’imminente inizio di stagione! Esordirai anche tu a Poirino in occasione della prova d’apertura del Criterium d’Inverno? Come hai visto i tuoi compagni in allenamento? E tu come stai, ti senti pronto?
Sì, esordirò anch’io a Poirino! Onestamente devo dirti che mi sento bene. Sono sicuramente più in forma dell’anno scorso in questo periodo, quindi ci sono buoni presupposti.
La squadra la vedo molto bene, ho notato un ottimo affiatamento. Hanno tutti “la testa giusta”, il gruppo è coeso e abbiamo tutti una gran voglia di fare bene!
Qual è il tuo motto? Dicci qualcosa che ci aiuti a comprendere il tuo modo di intendere lo sport e la vita.
Penso che la vita sia 10% quello che ti accade e 90% come reagisci. E’ importante essere sempre pronti a gestire il cambiamento, anche improvviso. Bisogna avere la forza e la testa per poter reagire, sempre, nello sport come nella vita di tutti i giorni. Perché, in definitiva, credo che il cambiamento sia sempre una cosa positiva!
Ciao Berto, grazie e in bocca al lupo per la prossima stagione!
Grazie e… W il lupo!
Giancarlo Albiero






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